Il Regio Politecnico di Torino nacque come istituzione nel 1906, ma le sue origini sono più lontane. La Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, sorta con la Legge Casati nel 1859 e il Museo Industriale Italiano, nato sotto l'egida del Ministero dell'Agricoltura dell'Industria e del Commercio nel 1862, ne furono i diretti ascendenti. La prima, istituita nell'ambito dell'Università, apriva la ricerca e la formazione superiore agli studi tecnici; il secondo guardava più direttamente al contesto di un Paese che si affacciava alla nuova realtà industriale. Sotto differenti aspetti e con personalità complementari, illustri docenti e ricercatori seppero dare uno statuto a nuovi ambiti disciplinari, come l'Elettrotecnica e la Scienza delle Costruzioni, ed ebbero visioni anticipatrici nei confronti di una Scuola attenta ai problemi dell'uomo e della società.
Nel 1859 la residenza sabauda del Valentino venne ceduta alla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, ora Politecnico di Torino, che ne detiene la proprietà. Sul modello delle grandi scuole politecniche europee, nei primi anni del Novecento il Regio Politecnico di Torino si mosse in più direzioni intessendo relazioni sia con il mondo scientifico europeo, sia con l'industria locale e nazionale. Nasceva l'Aeronautica e nei nuovi laboratori, dalla Chimica all'Architettura, i giovani, che arrivano a Torino da tutta Italia, costruivano il loro futuro professionale in un ambiente vivo e creativo.
Nel novembre del 1958 viene inaugurato il grande complesso di corso Duca degli Abruzzi, successivamente ingrandito con l'espansione della Cittadella Politecnica, campus dove aule e laboratori, formazione, ricerca, servizi alla città convivono.
Il Politecnico di Torino, che nel 2009 ha celebrato il 150° anno accademico dalla sua fondazione, è diventato sempre più una scuola internazionale, in cui tradizione e futuro, passato e modernità si intrecciano.