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Colombo’s Archive - Flessibili Splendori: Columbus e il mobile in tubo metallico
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venerdì 06 giugno ore 18:00
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"Columbus Continuum. 100 anni di un’industria metallurgica milanese" è stato il titolo di una serie di mostre e attività sviluppatesi tra il 2019 e il 2020 in occasione del centenario di Columbus, azienda metallurgica italiana specializzata nella produzione e lavorazione del tubo metallico e delle sue molteplici applicazioni. Le quattro esposizioni si sono tenute presso la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea – fondata da Antonio Colombo nel 1998 e da oltre vent’anni punto di riferimento per l’arte figurativa contemporanea a Milano, in via Solferino 44.
Nel corso di un secolo – l’azienda fu fondata da Angelo Luigi Colombo nel 1919 a Lambrate – Columbus ha affinato tecniche legate alla metallurgia e realizzato prodotti in ambiti tra i più diversi: dai mezzi di trasporto all’arredamento, dall’industria all’arte. Per raccontare le numerose storie che compongono questa vicenda imprenditoriale unica, legata profondamente al fondatore e al figlio Antonio Colombo, vennero concepite quattro mostre tematiche, dedicate rispettivamente ai mobili metallici, ai tubi d’acciaio per telai di biciclette, alla storia generale dell’azienda con le sue spinte verso ricerca e innovazione che la portarono a collaborazioni d’eccellenza – dagli aeroplani alle automobili – e infine al costante dialogo con il mondo dell’arte.
La prima mostra, Flessibili Splendori: Columbus e il mobile in tubo metallico, curata da Alessandra Bassi con progetto di allestimento di Franco Raggi, fu dedicata alla produzione di mobili in tubolare metallico, iniziata da A.L. Colombo nel 1933 e conclusasi nel secondo dopoguerra. Questo percorso prese avvio con l’acquisizione della licenza esclusiva per produrre in Italia i mobili dell’azienda zurighese Wohnbedarf, che aveva collaborato con importanti architetti come Alvar Aalto, Sigfried Giedion, Werner Moser, Alfred Roth, Flora Steiger, e soprattutto Marcel Breuer, il quale già dalla metà degli anni Venti, all’interno del Bauhaus, sperimentava le potenzialità del tubo d’acciaio nella progettazione di arredi. Columbus, forte della propria eccellenza tecnica, realizzava su licenza mobili "originali", distinguendosi per la qualità nella lavorazione e nella curvatura del metallo, frutto di una sinergia tra precisione meccanica e abilità manuale.
Non fu quindi un caso che architetti come Giuseppe Terragni – e prima di lui Giuseppe Pagano, autore tra l’altro del celebre portaombrelli – si rivolgessero proprio a Columbus per arredare edifici comaschi simbolo del razionalismo italiano, come la Casa del Fascio e l’asilo Sant’Elia. Sedie e poltrone con il caratteristico sbalzo elastico, adottate in entrambe le architetture, furono prodotte in piccole serie industriali. Tra le collaborazioni italiane più significative si ricorda anche quella con Piero Bottoni, che in occasione della VI Triennale di Milano del 1936 ideò per Columbus una serie di poltrone sperimentali, caratterizzate da un originale incrocio elastico, per la Sala d’attesa per lo studio di un medico.
La storia di Columbus rappresenta un capitolo fondamentale nella vicenda del design italiano e deve la sua riscoperta e salvaguardia all’impegno di Antonio Colombo, figlio di Angelo Luigi, che ha istituito il Colombo’s Archive nel 2023, nel quale è conservato il fondo storico sui Mobili Razionali Columbus. Questo archivio aveva già reso possibile la promozione di studi, pubblicazioni – come il volume Flessibili splendori. Il mobile in tubolare metallico. Il caso Columbus (Electa, 1998) – e numerose iniziative culturali, comprese le mostre del centenario e non solo.
Il fondo Columbus costituisce un unicum a livello internazionale: un patrimonio straordinario, preservato nel tempo, composto da centinaia di arredi originali, disegni, progetti, cataloghi, pubblicità dell’epoca e della concorrenza, documenti aziendali e stampi in legno per la produzione. Un antesignano esempio di archivio d’impresa, attivo sin dalla metà degli anni Novanta, che ben rappresenta quella particolare forma di imprenditorialità avanzata tipicamente italiana, capace di unire innovazione tecnologica, cultura del progetto e visione artistica.
Nel 2025, ancora una volta presso la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea, i mobili storici di Columbus sono stati posti in dialogo con le opere di Arduino Cantàfora* nella mostra "Cantàfora Reload e l’utopia razionalista di Columbus". L’idea è nata dall’intreccio sorprendente dei destini di Arduino Cantàfora e Antonio Colombo: il padre dell’artista, Alfonso Cantàfora, fu per molti anni direttore tecnico della Columbus, l’azienda fondata da Angelo Luigi Colombo, il cui figlio Antonio ne ha proseguito la guida fino al 2023. Da una parte, Cantàfora è cresciuto circondato dagli arredi Columbus – realizzati con tubi di acciaio senza saldature, trafilati, curvati a freddo e poi cromati – autentici simboli di una visione razionale e futuristica dell’abitare; dall’altra, Antonio Colombo ha visto affermarsi nel tempo il talento pittorico di Arduino Cantàfora, seguendone con attenzione l’evoluzione fino a diventarne gallerista.
In questa convergenza di memorie, visioni e percorsi individuali, si è rinnovata la testimonianza viva di una cultura del progetto che, tra arte, industria e architettura, ha segnato profondamente il Novecento italiano.
Arduino Cantàfora*
Arduino Cantàfora nasce a Milano nel 1945. Già giovanissimo nutre la curiosità per le forme organiche, l’anatomia e l’entomologia, passioni rimaste vive anche durante i suoi studi di architettura. Scopre molto presto il linguaggio del disegno, che diventa il suo strumento privilegiato di appropriazione delle forme. Il pittore esordisce affrontando la spinosa sfida tecnica della pittura a olio e diventando copista di Caravaggio. Da quel momento in avanti il piacere tecnico e artigianale della pittura non lo abbandonerà più.
Durante gli studi di architettura al Politecnico di Milano, perfeziona la rappresentazione pittorica dell’architettura della città storica. Le sue interpretazioni sono tutte giocate su ombre e luci, in un’ispirazione fedelmente caravaggesca. Le competenze che matura in questi anni gli saranno preziose durante la collaborazione con l’architetto Aldo Rossi (1973-1978), ma influenzeranno anche la sua futura produzione, dominata dalla traduzione dell’architettura in pittura. Nel 1973, Cantàfora espone alla Triennale di Milano “La Città analoga”, attualmente di proprietà del Museo del Novecento del capoluogo lombardo. Questo dipinto di grandi dimensioni diventa il manifesto de La Tendenza, un movimento architettonico che reintegra elementi del razionalismo europeo del XX secolo ponendo la storia dei luoghi al centro del progetto. La Tendenza sarà oggetto di una retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi nel 2012. Cantàfora partecipa di nuovo alla Triennale di Milano nel 1981 e 1988. A Venezia, alla Biennale di Architettura, nel 1978 e 1980 e nel 1984 alla Biennale d’Arte. Tra il 1985 e il 1986 è a Berlino, su invito del Deutscher Akademischer Austauschdienst (DAAD). La città gli ispira una serie di dipinti che saranno esposti al museo Martin-Gropius-Bau proprio a Berlino. Le due grandi tele, “Das andere Berlin, 1984” saranno acquisite, nel 2006, dal Museo Nazionale d’Arte Moderna (MNAM) al Centre Georges Pompidou di Parigi. I due dipinti sono parte delle 89 opere di Cantàfora in possesso del museo parigino. Nel corso degli anni ’90, il pittore concepisce diverse scenografie per la Scala di Milano e per altri prestigiosi palcoscenici come quello del Festival di Aix en Provence. Il suo lavoro di scenografo gli vale il secondo posto al Premio Ubu, il più importante riconoscimento teatrale italiano. Tra il 2022 e il 2023, è invitato a due importanti mostre pubbliche: “Architectures impossibles” al Musée des Beaux-arts di Nancy e “Un tiempo propio” al Centre Pompidou di Malaga, dove sono esposte due grandi tele berlinesi della collezione del Centro Pompidou di Parigi.
Arduino Cantàfora è stato professore di architettura all’Università di Venezia (IUAV) dal 1982 al 1986, all’Accademia di Architettura di Mendrisio (AAM) dal 1998 al 2011 e “visiting professor” alla Yale University nel 1988. Nel 1989 è stato nominato professore ordinario presso l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), dove ha diretto la cattedra di espressione visiva. Dal 2011 è professore onorario all’EPFL. È autore di diverse pubblicazioni sull’architettura e sulla didattica, oltre a diversi racconti pubblicati da Einaudi.
CREDITS
Colombo's Archive, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Video di Davide Bonaldo, foto di Pier Maulini.