Servire gli appestati (1576)
Lodi, 1576 agosto 25. Lettera di fra Paolo Bellintani all’arcivescovo Carlo Borromeo
[Brixia sacra. Memorie storiche della Diocesi di Brescia, n.s., XI (1976), 3-4, p.51, lettera tratta da Biblioteca Ambrosiana, Epistolario di S. Carlo, Lodi 25-8-1576 F. 136 inf. 518 ]
Al culmine del “rabbioso travaglio della peste”, quella di S. Carlo del 1577-1578, un frate cappuccino di Salò, fra Paolo Bellintani, scopre una vocazione nella vocazione: quella di prendersi cura degli appestati nei lazzaretti di Milano, Brescia e Marsiglia.
Dopo avere chiesto l’autorizzazione all’arcivescovo Carlo Borromeo, fra Paolo arriva a Brescia nell’autunno del 1577 mentre “Tutte le porte della città erano chiuse ad eccezione di quella di «S. Giovanni» per l'uscita dei morti e di quella di «Torrelunga» per ricevere i rifornimenti. Del presidio del Castello tutti morirono, morirono anche tutti i fornai, tanto che il pane veniva importato in città da Castenedolo, da S. Eufemia e dalle terre vicine. Sovraccarico fu il Lazzaretto di S. Bartolomeo che ospitò fino a 2 mila persone e per mesi quasi abbandonato a se stesso per la continua morìa e per disordini gravi” (Fappani A., Enciclopedia Bresciana, http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=PESTE).
La presenza di fra Paolo farà miracoli.
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Musica: Orfeo ed Euridice di Gluck