L'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano nasce come centro italiano di raccolta delle scritture autobiografiche nel 1984, su iniziativa del giornalista e scrittore Saverio Tutino e per volontà del Comune di Pieve Santo Stefano.
Raccolta, conservazione, fruizione, promozione e valorizzazione del patrimonio documentario: da sempre l’'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, pianifica e attua le proprie attività al fine di perseguire queste finalità.
Far confluire in un unico luogo le scritture autobiografiche degli italiani — tramandate in forma di diari o memorie o epistolari — è stata l'ispirazione che ha dato vita all’intero progetto, pensato come una banca della memoria collettiva del nostro Paese da mettere al servizio di chiunque intendesse attingervi e fruirne.
Da qui l'esigenza di aprire la struttura verso l’esterno — attraverso il Piccolo Museo dei Diari, nato per raccontare la storia e l’epica dell'Archivio diaristico e concepito con i criteri del museo di narrazione in cui il visitatore viene chiamato ad assumere un ruolo attivo — e offrire la consultazione dei materiali alla cittadinanza, agli studiosi, agli appassionati: come la nostra Valentina De Poli, che ha avuto la possibilità di addentrarsi in questa polifonia di voci, avvicinandosi alle sue autrici e ai suoi autori attraverso le loro parole più intime, soffermandosi su due storie molto diverse fra loro, ma accomunate da un elemento anagrafico.
Per lei che ha dedicato gran parte della sua carriera di giornalista ai più giovani non potevano che essere che queste voci — che provengono dall’adolescenza, da una gioventù così vicina e così lontana — a farsi notare in mezzo alle altre centinaia di pagine vergate con l’inchiostro nero o blu, a penna stilografica o Bic.
E così scopriamo insieme a lei il diario della Prima Guerra Mondiale tenuto da sottotenente Giuseppe Salvemini, nato nel 1897 a Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo — che all’epoca del conflitto è poco più che maggiorenne; e quello di Caterina Minni, datato 2014, studentesse di Perugia quindicenne che affida alla pagina scritta le inquietudini dell’uscita dall’anoressia che l’ha colpita appena dodicenne.
Due testimonianze che hanno di recente arricchito l’Alfabeto della memoria, un’installazione mobile progettata dallo studio dotdotdot e pensata per portare le storie dell’Archivio dei Diari anche in luoghi diversi: una valigia dei ricordi cui si uniscono ora dieci nuove voci tratte da diari di adolescenti, in occasione della riapertura delle sale del Museo.