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Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea

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Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale
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Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea

Nel 2006 viene inaugurato a Ivrea l’Archivio Nazionale Cinema Impresa, in convenzione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Regione Piemonte e il Comune di Ivrea e Telecom Italia Spa, per la conservazione e la diffusione dei documenti visivi realizzati in ambito d’impresa.

L’Archivio, che ha sede nell’ex asilo Olivetti progettato dall’Arch. Mario Ridolfi, conserva circa 82.000 rulli di film realizzati a partire dai primi anni del secolo scorso da imprese come Aem Milano, Aurora Penne, Birra Peroni, Borsalino, Bosca, Breda, Edison, Fiat, Ferrovie dello Stato, Frama Film International, GFT, GTT, Innocenti, IREN, Istituto per il Commercio Estero, Italgas, Metropolitana Milanese, Montecatini, Montedison, Necchi, Nino Cerruti, Olivetti, Rancilio, Recchi, Menabrea, Venchi Unica, Veneranda Fabbrica del Duomo, enti di ricerca come l’Enea e l’Enea Antartide; case di produzione come Frama Film International-Victor J Tognola, Fargo Film, Documento Film, RPR, Buttafarro, Showbiz-Ranuccio Sodi, Film Master e Rectafilm, associazioni culturali Art Doc Festival, FEDIC e privati come Edoardo Fadini, Filippo Paolone, Agata Guttadauro, Arcangelo Mazzoleni, Andrea Berbacchi, Ranuccio Sodi, Antonio Canevarolo e Corrado Farina.

Il cinema d’impresa ha rappresentato per tutto il Novecento un settore importante della politica industriale, e ha portato alla produzione di migliaia di documenti filmati che affrontano tutti gli aspetti della vita aziendale, dalle opere sociali alle fasi della produzione alla pubblicità. Questo patrimonio d’immagini, oggi in buona parte conservato dall’Archivio Nazionale Cinema Impresa d’Ivrea, parte della Cineteca Nazionale, consente di ripercorrere l’evoluzione della produzione industriale, dei rapporti sociali, dell’economia e del lavoro in Italia. A questi film – che spesso riemergono dagli archivi dopo decenni di oblio – noi guardiamo come a una sorta di finestra su un mondo le cui tracce sono progressivamente cancellate dalle sue stesse logiche interne di trasformazione rapida e continua. Sono immagini che ci mostrano non soltanto l’organizzazione della produzione, le macchine, i processi di lavorazione, ma mettono spesso in primo piano gli uomini, mostrandone – attraverso il movimento delle mani, le posizioni del corpo, le espressioni del volto – il loro modo di guardare al loro lavoro. Si dipana così sotto i nostri occhi il “secolo fordista”, precariamente inciso su pellicole che sempre più spesso hanno bisogno di radicali restauri per potersi conservare ancora, e che istituiscono non una sola tradizione di riferimento, ma esprimono le diverse memorie dell’impresa e del lavoro che si sono sedimentate e spesso contrapposte attraverso il Novecento.

Dagli archivi d’impresa continuano inoltre a uscire opere inattese, inedite o ormai dimenticate, che dimostrano l’importanza del cinema industriale non soltanto come documento storico, ma come parte integrante di una storia generale del cinema italiano, evidenziando una fitta trama di relazioni. Alle capacità dell’impresa di utilizzare le risorse del “settore cinema” per una moderna politica industriale, corrisponde infatti la disponibilità dei cineasti a dialogare con la fabbrica, trasferendo spesso, in lavori realizzati su commissione, la passione e la tecnica del “grande cinema”. Il catalogo degli autori che hanno lavorato per mettere in immagini l’industria italiana, dai primi del Novecento a oggi, si infittisce, man mano che il lavoro d’archivio procede, non soltanto attraverso la revisione fisica delle copie, ma con la consultazione delle carte amministrative che consentono l’attribuzione delle opere ad autori individuati.

La Cineteca Nazionale – Archivio Nazionale Cinema Impresa conserva le sue collezioni contando anche sui depositi per la pellicola realizzati secondo le norme della Fédération Internationale des Archives du Film (FIAF), e su un laboratorio interno che digitalizza tutti i principali formati di pellicole cinematografiche sino a una risoluzione 4K e digitalizza i più diffusi nastri magnetici su cassetta e a bobina aperta. Il lab è inoltre fornito di software professionali per il restauro digitale dell’immagine e dell’audio.

Oltre all’attività di conservazione, l’Archivio ha restaurato film di Bernardo Bertolucci, Ermanno Olmi, Dino Risi, Luca Comerio, Roberto Rossellini, ecc., che presenta regolarmente nei principali festival cinematografici italiani e stranieri.

L’Archivio e la Direzione Generale Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno realizzato un canale Youtube sul cinema d’impresa, CinemaimpresaTV. Obiettivo principale dell’iniziativa è quello di far conoscere sul web il grande patrimonio degli archivi d’impresa realizzati tra il 1911 e il 2011, rendendo possibile a ricercatori, studenti o semplici curiosi la consultazione in rete di documenti audiovisivi di fondamentale importanza per ricostruire la storia economica e sociale del secolo scorso.

CinemaimpresaTV viene costantemente aggiornato, al momento sono disponibili oltre 2500 film, anche di archivi aziendali non conservati a Ivrea come Ansaldo, Poltrone Frau, Eni, Barilla e Piaggio.

Negli ultimi anni l’Archivio si è aperto a generi cinematografici poco o per nulla conosciuti come il cinema a tematica religiosa, con i film della Congregazione Salesiana, della Veneranda Fabbrica del Duomo, del Centro di Documentazione Ebraica di Milano, dell’Archivio Tavola Valdese e della Mediacor; il cinema sperimentale e militante e il cinema di famiglia di cui conserva una delle più grandi collezioni nazionali: circa 10.000 film che testimoniano l’evoluzione  della società italiana da un punto di vista insolito.

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