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I libretti d’opera, le passioni e i loro adattamenti nel cinema, nella televisione e nel teatro
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La Biblioteca Luigi Chiarini del Centro Sperimentale di Cinematografia presenta un video sui libretti d'opera e le loro trasposizioni nel cinema, nella televisione e nel teatro. Questi testi evocano intense emozioni ed esplorano passioni umane universali come l'amore, la gelosia, il desiderio di vendetta e la speranza. Le loro storie epiche, narrate attraverso la musica e il canto, hanno ispirato generazioni di artisti a creare sempre nuovi adattamenti e reinterpretazioni, facendoci intraprendere viaggi emotivi intensi.
“Del primo pianto… sì… Stranier, quando sei giunto, con angoscia ho sentito il brivido fatale di questo male supremo! Quanti ho visto sbiancare, quanti ho visto morire per me! E li ho spregiati ma ho temuto per te! C’era negli occhi tuoi la luce degli eroi, la superba certezza, e per quella t’ho odiato, e per quella t’ho amato, tormentata e divisa tra due terrori uguali: vincerti od esser vinta… E vinta son! Son vinta, più che dall’alta prova, da questo foco terribile e soave, da questa febbre che mi vien da te.”
Con queste parole brucianti di passione, Turandot confessa all’amato Calaf come sia riuscito a sciogliere il ghiaccio che attanagliava il cuore della giovane principessa. Ormai l’opera si appresta a concludersi e con essa, secondo alcuni, anche l’età aurea del melodramma italiano. Ma gli sconquassi incontrollabili dell’anima, che ci fanno sentire vivi e che hanno portato alla morte molte eroine tragiche, sopravvivono nei libretti d'opera, tesori della condizione umana nonché prezioso patrimonio culturale.
Dal palcoscenico al grande schermo il cinema ha saputo trasformare le opere liriche in esperienze visive spettacolari. Adattamenti come Aida di Clemente Fracassi (1953), Madame Butterfly di Carmine Gallone (1954), La Traviata di Mario Lanfranchi (1967), Medea di Pasolini (1969), La Tosca di Luigi Magni (1973), Carmen di Francesco Rosi (1984) hanno portato le storie epiche dei libretti d'opera a un pubblico più ampio. Questi film, alcuni dei quali rimangono fedeli all’originale, mentre altri adottano un approccio più moderno, evidenziano la versatilità e l’impatto duraturo di queste opere.
Le opere liriche hanno trovato una nuova dimensione anche attraverso la televisione che trasmette la magia dell'opera nelle case di milioni di spettatori. Film opera come La Cenerentola, di Frank de Quell e di Wolfgang Nagel (1973) e La Traviata, regia di Wolfgang Nagel (1973) permettono di esplorare più a fondo le sfumature dei personaggi e delle loro relazioni, amplificando l'impatto emotivo delle passioni umane raccontate nell'opera originale.
Il teatro continua ad essere il terreno più fertile per le reinterpretazioni dei libretti d'opera. Registi come Luca Ronconi, Jean-Claude Auvray, Walter Pagliaro e Pino Micol hanno esplorato nuove prospettive sulle opere classiche, mantenendo vivo il dialogo tra tradizione e innovazione. Questi adattamenti teatrali dimostrano come le storie secolari possano acquisire nuovi significati anche all’interno dello stesso ambiente artistico in cui sono nate.
I libretti d'opera e le passioni umane che essi raccontano continuano a ispirare e a incantare il pubblico attraverso una varietà di adattamenti artistici. Queste storie senza tempo continuano a vivere e a respirare, trasportando il pubblico verso la bellezza estatica dei sussulti, spesso violenti, dell’animo umano.
Gli archivi dei professionisti del cinema, del teatro e degli audiovisivi sono ricchi di materiali che documentano gli adattamenti delle opere liriche e delle passioni che inscenano attraverso le diverse forme artistiche dello spettacolo. Questi archivi sono fondamentali per comprendere come l’opera, che storicamente ha trovato proprio in Italia uno dei luoghi privilegiati della sua produzione, non abbia mai smesso di contribuire alla ricerca artistica legata allo spettacolo.