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Archivio di Stato di Milano
L’Archivio di Stato di Milano conserva un patrimonio di circa 50 km di documentazione: oltre 180.000 unità archivistiche, 76.000 mappe, 150.000 pergamene, compresa la "Cartola de accepto mundio" del 721, il più antico documento pergamenaceo conservato negli Archivi di Stato italiani.
Le origini dell'Istituto risalgono alla concentrazione del materiale documentario conservato nel castello di porta Giovia di Milano e in altre sedi cittadine nello stabile di San Fedele, ex Collegio dei Gesuiti.
Negli anni intorno all'unificazione italiana il Palazzo del Senato - ex Collegio Elvetico - accoglie gli archivi governativi provenienti dal deposito di San Fedele: è Luigi Osio il primo "direttore generale degli archivi di Lombardia", dal 1851 al 1860, poi confermato direttore degli archivi governativi di Milano nel 1861.
Nel 1871 vari archivi presenti in città sono concentrati nel Palazzo del Senato: l’operazione si conclude nel 1886, all'epoca della direzione di Cesare Cantù, nominato Soprintendente generale - e responsabile anche degli Archivi di Brescia e Mantova – grazie all'istituzione nel 1874 della Soprintendenza agli Archivi lombardi. Con il tempo, l'Istituto è nuovamente costretto ad acquisire una seconda sede, ricavata all'interno del complesso di Sant'Eustorgio, che accoglie la documentazione giudiziaria.
Nell'agosto del 1943, durante i traslochi in Brianza necessari per mettere al riparo i fondi archivistici, i bombardamenti distruggono quasi integralmente il Palazzo del Senato e la sede distaccata di Sant'Eustorgio. I danni di guerra sono ingenti: l'archivietto – l’archivio amministrativo dell'Istituto - e molti fondi non ancora portati in salvo sono completamente distrutti.
Tutti i fondi traslocati ritornano progressivamente nel Palazzo del Senato a partire dal 1950.
L’Archivio di Stato di Milano propone strumenti di ricerca in formato digitale - inventari, guide, elenchi - disponibili nel sito web dell’Istituto e nei sistemi informativi archivistici nazionali e locali: