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Il mio viaggio dentro un archivio parrocchiale
Salire per la prima volta quei gradini realizzati secoli prima, aveva suscitato in me una particolare emozione...
Salire per la prima volta quei gradini realizzati secoli prima, aveva suscitato in me una particolare emozione.
Erano i gradini di una scala che permetteva di accedere all’archivio parrocchiale della chiesa di San Martino a Lesa.
La scala era dotata di una semplice ringhiera in ferro che arrivava in cima su un ballatoio tipico delle case di lago…ma quella non era una casa qualsiasi, era una canonica. Non ero mai stata in quel luogo, e men che meno nell’archivio parrocchiale di una chiesa del Lago Maggiore.
A portarmici erano stati la mia amica Barbara, che di professione fa l’archivista, e don Mauro.
Ero consapevole che stavo per fare un viaggio straordinario in un posto speciale, dove tutto odorava di notizie antiche, raccolte nei secoli e trascritte a mano in bella calligrafia, racchiuse dentro libri e volumi narranti.
Guardando il giovane sacerdote che ci aveva accompagnato, una riflessione mi venne subito alla mente: nel ventunesimo secolo lui non trascriveva più con la penna i certificati e le notizie riguardanti la parrocchia e i parrocchiani.
Me l’ero immaginato chiuso nel suo ufficio intento a digitare su di un computer il diario giornaliero, che stava diventando sempre più impegnativo, visto l’accorpamento delle parrocchie.
Una volta entrati nella stanza dell’archivio ebbi l’impressione di visitare una sorta di piccolo tempio.
I libri erano messi in bell’ordine dentro un mobile antico.
Che cosa mi aveva portata sin lì? Stavo compiendo un altro bel viaggio a ritroso nel tempo: quello nella storia del Corpo bandistico musicale di Lesa, denominato “La Volpina”, fondato nel 1867.
Dovevo cercare notizie su di esso e l’archivio parrocchiale assieme a quello comunale potevano essermi di grande aiuto.
L’esperienza di Barbara mi era fondamentale. La vedevo muoversi e destreggiarsi sicura tra quei grandi libri. Era bello vedere con quanto entusiasmo, emozione e gioia andava letteralmente a caccia di risposte ai miei interrogativi. Date, nomi, luoghi e ricorrenze per lei sembravano non avere segreti. Sapeva leggere ed interpretare quelle notizie scritte con una grafia e una modalità di scrittura linguistica d’altri tempi.
Per un attimo intanto che sfogliava dei registri ebbi come l’impressione che i vari personaggi descritti in quelle pagine ormai ingiallite dal tempo, uscissero allo scoperto per mettersi in bella mostra.
Potevo intravedere i vari parroci passati di lì, con le loro opere e mandati. E poi una moltitudine di donne, uomini e bambini che avevano contribuito con la loro presenza a rendere vivace nei secoli la Comunità religiosa.
C’erano registrati con regolari atti i momenti felici delle nascite, battesimi, prime Comunioni, Cresime, matrimoni, ricorrenze e festeggiamenti patronali, fino ad arrivare ai funerali, dove la Parrocchia si stringeva nel dolore collettivo.
Mi sembrava che la stanza fosse affollata di tutte queste presenze, pronte a ritornare dentro i libri e i registri appena Barbara diceva: - Bene, qui abbiamo trovato ciò che ci serviva, ora passiamo a qualcos’altro!
I personaggi lasciavano il posto ad altri che scalpitavano per farsi conoscere, con quel pizzico di vanità che è tipico di chi vuol avere il suo momento di gloria. Solo chi era deceduto di morte violenta se ne stava tranquillo dentro la sua storia umana, quasi a voler conservare una sorta di doloroso anonimato.
Stavo compiendo un triplice viaggio: quello nella Storia della parrocchia lesiana e nel contempo dentro quello della banda e, nella professione di una archivista. Scoprii così che le prime annotazioni risalivano al 1570. Per un attimo immaginai che tutte le persone che avevano contribuito a tenere attivo il culto del santo Patrono da Tours si presentassero fisicamente nel piazzale antistante la chiesa eretta nel dodicesimo secolo…erano una moltitudine.
Lasciai l’archivio con la consapevolezza di avere avuto un importante appuntamento: quello con una parte di Storia dell’umanità.