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Carnet de Voyage, Toni Schneiders - Sardinia 1956
Toni Schneiders era partito con la propria vettura alla fine di marzo da Lindau, sul Lago di Costanza, passato per Livorno e Roma, giunge a Civitavecchia dove intende traghettare verso Olbia. Il tour sardo prende avvio proprio da Olbia, fermandosi subito a Oliena per s’Incontru, rito del giorno di Pasqua di cui Scheneiders (come altri mai prima) documenta le varie fasi di svolgimento. Proprio a Oliena il fotografo dedica una grande quantità di scatti, fra i quali quello spettacolare e aereo del doppio cerchio del ballo tondo, presso San Lussorio. La vicina Orgosolo è ritratta la mattina di Pasquetta; poi Nuoro e gli impressionanti interni abitativi a Isili, seguiti dagli scatti su Sassari, Ittiri e le metafisiche vedute di San Pantaleo, Aggius, Castelsardo, luoghi sorprendenti che catturano il fotografo così come Alghero e Bosa. A Cabras è colpito dal villaggio dei pescatori. La sua permanenza nell’Isola si chiude con la grande sfilata di Sant’Efisio a Cagliari.
Il viaggio di Toni Schneiders in Sardegna è stato per la prima volta documentato con una ampia esposizione presso lo Spazio Ilisso Arte Archivi Museo in via Brofferio 23 a Nuoro, dal 24 gennaio al 4 giugno 2023. Sono 110 gli scatti fotografici realizzati in Sardegna nell’intero mese di aprile e sino ai primi giorni del maggio 1956 che documentano il percorso del fotografo tedesco effettuato in 20 giorni dal 30 marzo al 4 maggio accompagnate da 20 intense lettere alla moglie Ingeborg per metterla al corrente minuziosamente della sua permanenza e di tutte le impressioni suscitate dal viaggio pieno di emozioni. Schneiders arriva in Sardegna, nel periodo antecedente “la grande trasformazione” nella quale la regione non era ancora la porta d’ingresso all’industria internazionale del turismo, vocazione che in quel momento non la vedeva quale paradiso delle vacanze e nella quale le tradizioni avevano il diritto di chiamarsi tali, senza la necessità di dover essere spettacolarizzate.
Toni Schneiders, nato nel 1920 a Urbar, presso Coblenza sul Reno, morto nel 2006 a Lindau, in Alta Svevia, ha contribuito in modo decisivo a plasmare il volto della “fotografia soggettiva”, quale importante membro del gruppo Fotoform, prendendo parte alle mostre programmatiche (tre esposizioni di livello internazionale: 1951, 1954 e 1958), intervenendo su cataloghi e libri, rivestendo così, nella storia recente della fotografia, il ruolo di rappresentante significativo di quella corrente. Notevole è il suo ricco repertorio, tanto più se guardato in un contesto legato ai viaggi soprattutto verso destinazioni remote. Nel 1956 la Sardegna costituisce il suo secondo viaggio all’estero; nel 1955 era stato in Etiopia; nel 1958 si recherà a Creta. Seguiranno viaggi fotografici in Grecia (1961), Spagna (1963), Iugoslavia (1968) e Portogallo (1968). Presto, già nel 1961, su incarico della Japan Airlines visita l’Estremo Oriente, sfruttando l’occasione per raccogliere materiale fotografico per future pubblicazioni destinate a riviste e libri. Un ulteriore viaggio in Estremo Oriente lo porterà alla fine del decennio in Malesia, a Singapore, in Indonesia e a Bali. Nel frattempo viaggia in Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca come pure più volte nella vicina Austria e in alcune specifiche località sul Lago di Costanza, ma sarebbe lungo l’elenco dei suoi viaggi legati ai tanti progetti. Sono circa 130 i libri fotografici pubblicati da Toni Schneiders tra il 1950 e il 1985, principalmente volumi su città e territori. In questo modo Schneiders rappresenta il modello esemplare di un genere che si era venuto a creare tra le due guerre. Egli interpreta una forma speciale di fotogiornalismo che avrebbe vissuto una seconda epoca d’oro negli anni Cinquanta e Sessanta, parallelamente, quindi, all’avvento del mezzo televisivo e al delinearsi del turismo di massa, quando “la fotografia di viaggio” si pone al servizio di riviste di grande tiratura e di case editrici specializzate.