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L’AGENZIA PUBLIFOTO
L’Agenzia Publifoto viene fondata a Milano nel 1937 da Vincenzo Carrese (Castellammare di Stabia, 1910 - Guanzate, 1981) già rappresentante di diverse agenzie estere fin dal 1927.
Nel 1934 Carrese è chiamato a dirigere il reparto fotografico interno del “Corriere della Sera”, incarico che lo porta a creare presto una propria società con fotografi alle sue dipendenze: la “Foto Agenzia Keystone di Carrese Vincenzo”, fondata nel novembre 1937, che dal 1° gennaio 1939 prende il nome di “Publifoto, fotografie da pubblicare”. Tra i primi fotografi assunti vi sono Fedele Toscani, Tino Petrelli, Peppino Giovi e Carlo Ancillotti.
Un nutrito gruppo di fotografi permette all’Agenzia di documentare qualsiasi tipo di evento e di fornire puntualmente all’editoria fotografie di cronaca, sport e attualità. Inoltre, il laboratorio di stampa interno gli garantisce di produrre rapidamente le stampe dei servizi realizzati.
Nel giro di poco tempo, Carrese apre una filiale anche a Roma e nel dopoguerra, con la ripresa del mercato editoriale, investe in altre città (fra cui Torino, Napoli, Palermo e Genova), per assicurare all’editoria una rete capillare di corrispondenti di qualità.
Negli anni Cinquanta, Publifoto estende la propria produzione a servizi fotografici commissionati da imprese e alle fotografie a colori. Nei primi anni Sessanta, accanto all’attività di fotogiornalismo, l’Agenzia porta avanti quella commerciale che si occupa di fotografia industriale, pubblicitaria e di moda. Dopo la morte del fondatore Vincenzo Carrese, subentrano alla direzione dell’Agenzia i figli Ferdinando e Manuela.


L’ARCHIVIO PUBLIFOTO
L’Archivio Publifoto è costituito da circa 7 milioni di fotografie, per lo più in bianco e nero, di cronaca, politica, costume, società, cultura, sport, paesaggio e architettura, realizzate tra gli anni Trenta e gli anni Novanta del Novecento in Italia e all’estero, sia dai fotografi alle dipendenze dell’Agenzia, sia da fotografi o da altre agenzie che si avvalevano di Publifoto per la distribuzione. L’Archivio comprende negativi su vetro e pellicola, provini a contatto e stampe in bianco e nero; vi sono poi diapositive e rare stampe a colori.
Alcuni anni dopo la scomparsa di Vincenzo Carrese, l’Archivio viene ceduto alla Olivetti di Carlo De Benedetti, per poi essere rilevato, nel 1997, dall’agenzia “Fotocronache Olympia S.p.A.”.
Nel 2015 l’Archivio Publifoto è acquistato da Intesa Sanpaolo al fine di valorizzarlo come bene culturale nazionale, un’iniziativa promossa nell’ambito di Progetto Cultura, il contenitore strategico delle attività culturali del Gruppo.


STUDIO, TUTELA E VALORIZZAZIONE
La salvaguardia dell’Archivio della più importante agenzia fotografica italiana da parte di Intesa Sanpaolo non si è limitata al solo atto di acquisto.
La gestione dell’Archivio è affidata all’Archivio Storico Intesa Sanpaolo che, forte di un’esperienza decennale nella gestione e valorizzazione della propria sezione fotografica, ha effettuato il censimento dell’Archivio Publifoto, individuato le urgenze conservative e programmato le operazioni per la sua messa a valore.
Sono stati già compiuti numerosi progetti di conservazione e restauro, catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione. Per il restauro e la valorizzazione dell’Archivio, Intesa Sanpaolo si avvale della collaborazione del Centro di Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” di Torino e di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.
Con l’apertura della quarta sede delle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo a Torino l’Archivio Publifoto trova la sua piena valorizzazione. Le fotografie digitalizzate del prezioso patrimonio saranno accessibili e consultabili grazie alla grande parete interattiva di Archivio Vivo, dal quale, attraverso la nuova “guida digitale” sarà possibile salvare sul proprio dispositivo fino a 5 immagini a scelta

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