Un'indagine fra le fotografie conservate dal Ferrania Film Museum: i visi delle operaie — le espressioni di concentrazione durante il turno e d'orgoglio all'uscita dalla fabbrica — come puntini da unire in un disegno che restituisce un'immagine fedele dell'emancipazione femminile del '900.
La storia industriale di Ferrania affonda le sue radici nella chimica degli esplosivi: nitroglicerina, cotone collodio, fulmicotone.
Nel primo decennio del Novecento l’azienda di Cairo Montenotte rappresentava il polo nazionale per la produzione di tritolo in polvere, durante la Prima Guerra Mondiale la Russia era il suo principale, enorme, cliente.
Quando si ritirerà nel 1917, si pensa subito alla riconversione di tutti i macchinari e nel 1924 la fabbrica comincia a vedere una luce diversa: in pochi anni diventa l’azienda leader nella produzione di pellicola fotosensibile per il cinema, la fotografia, le arti grafiche e la radiografia. Ma è nel secondo dopoguerra che la fabbrica vede il suo massimo splendore in contemporanea al periodo d’oro del cinema: nel 1947 nasce la Ferraniacolor, la prima pellicola a colori sviluppata in Europa. Sono clienti di Ferrania: MGM, Paramount, Universal, 20th Century Fox, chilometri e chilometri di pellicola a unire due continenti e a regalare sogni agli spettatori; negli anni Cinquanta e Sessanta si consolida poi anche uno strettissimo rapporto tra la Ferrania e Cinecittà, con il neorealismo e la commedia.
Ma non è di chimica, cinema, fotografia che abbiamo voluto parlare qui: a interessarci sono le persone che hanno fatto la storia di questa azienda.
Le lavoratrici, in particolare: protagoniste di un cambio di costumi quando all’inizio degli anni Quaranta entrano in fabbrica insieme agli uomini: perforazione, controllo, confezionamento della pellicola sono i ruoli in cui sono più impegnate,
Non era facile però per la società rurale accettare che una donna potesse lavorare come dipendente, emancipandosi dalla gerarchia maschile.
Nel 1955 le donne erano un terzo dei 2500 dipendenti: quelle operaie che uscivano a fine turno, pettinate e ben vestite, libere di guadagnare e vivere in modo indipendente, suscitavano maldicenze.
Le loro espressioni misurate e controllate, che abbiamo incontrato nelle fotografie dell’epoca sono proporzionate al senso di responsabilità nel lavoro, ma rivelano anche la determinazione di chi deve dimostrare una volta di più di essersi meritato quel riscatto sociale.
Fotografie che sono conservate — insieme a materiali librari, documentari, macchinari, proiettori e oggetti — nell’archivio del Ferrania Film Museum, inaugurato nel 2017 per il centenario dell’azienda dal Comune di Cairo Montenotte, e gestito dall'Associazione Ferrania Film Museum.
Podcast: “Atlante Sonoro degli Archivi Italiani”
Serie: 10 voci di donne
Titolo: Quando l’archivio è appartenenza
Archivio: Ferrania Film Museum
Soggetto: La fabbrica Ferrania e le sue lavoratrici
Temi collegati: Lavoro, Storia, Cinema, Chimica.
Formato: Mp3
Materia e tecnica: Voce
Editore: Archivissima
Testo e voce: Valentina De Poli
Produzione: Matteo Scandolin
Sigla: Bonetti
Numero di catalogo: 0000005/2020
Riferimenti web: ferraniafilmmuseum.net
Archivissima / Ferrania Film Museum