Luigina Bernocco (Bra il 6 gennaio 1922 - Milano 17 luglio 2005) studia e si laurea in letteratura inglese a Torino, durante la guerra. Conosce e sposa Emilio Lagorio, figura di spicco della resistenza savonese, da cui avrà le figlie Simonetta e Silvia. Inizia la sua attività di scrittrice collaborando con vari giornali e pubblica il suo primo libro Le novelle di Simonetta nel 1960. Tutta la sua produzione, anche futura, sarà fortemente influenzata dai luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza: "i luoghi che mi hanno radicato alla vita in modo inoppugnabile e irriducibile sono stati Piemonte e Liguria". In questo quadro spiccano i legami rilevanti con Fenoglio, Pavese, Barile e Sbarbaro. Negli anni successivi alla morte di Emilio Lagorio, la scrittrice si sposta da Savona a Milano. Alle novelle seguono Il polline (1966), Un ciclone chiamato Titti (1969), Fenoglio (1970), Approssimato per difetto (1971), Cultura e letteratura ligure (1972), Angelo Barile e la poesia dell'intima trasparenza e Sbarbaro controcorrente (1973). Nel 1974 sposa Livio Garzanti. La sua produzione letteraria e saggistica cresce col tempo: La spiaggia del lupo (1977), Fuori scena (1979), Sbarbaro, un modo spoglio di esistere (1981), Tosca dei gatti (1983, premio Viareggio), Penelope senza tela (1984), Golfo del paradiso (1987). Nel 1987 viene eletta al Parlamento in una lista indipendente di sinistra. Negli anni successivi pubblica Russia oltre l'Urss (1989), Tra le mura stellate (1991), Il decalogo di Kieslowski (1992), Il silenzio (1993), Il bastardo ovvero Gli amori, i travagli e le lacrime di Don Emanuel di Savoia (1996), Inventario (1997), L'arcadia americana (1999), L'elogio della zucca (2000) e Raccontiamoci com'è andata (2003). L'ultimo romanzo Capita, sulla malattia che l'ha colpita poco tempo prima, uscirà postumo nel 2005, pochi mesi dopo la sua morte.
Eredi Lagorio