Per tutta la durata della Grande Guerra, la Stazione Centrale di Milano fu invasa da una fiumana continua di profughi, giorno e notte: randagi, carichi delle poche robe sulle spalle, si spingevano curvi e spauriti, e dietro di loro bimbi e fanciulli, che si serravano agli adulti piangendo, spesso alla ricerca dei propri genitori. A lenire con sentimento materno le pene dei più piccoli, una donna incredibile, Ines Crippa, che in quei mesi di intensa attività alla Casa degli Emigranti seppe ridare speranza ad un popolo di sofferenti. Direttamente dal proprio Archivio Storico, un documento inedito della Società Umanitaria di Milano.
Voce di Fiorenza Auriemma (Patto di Milano per la Lettura)
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