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Passioni che viaggiano su rotaie

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Associazione Torinese Tram Storici
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Torino - Corso Giulio Cesare 15
Associazione Torinese Tram Storici
Come il Vaso di Pandora, gli archivi riescono a riportare in vita quegli episodi del passato che, inghiottiti dalla routine quotidiana, vengono poi risucchiati dal passare del tempo. Sembrano ormai scomparsi del tutto, senza che di loro rimanga nemmeno un ricordo, nessun sopravvissuto, nessuna fotografia, nessun resoconto. Ed è proprio in questo punto che gli archivi ci richiamano per sorprenderci ancora una volta. All’interno di quell’aggregazione fatta di passioni individuali e collettive, di piccoli mondi in tempi ed epoche diverse, si trovano le tracce dei ricordi perduti. ATTS (Associazione Torinese Tram Storici), tra le sue molteplici iniziative, conserva e cura un archivio storico, fotografico e documentale. Una raccolta di preziosi documenti e oggetti che forniscono un resoconto dei diversi passaggi della storia tranviaria della città. Tale patrimonio viene restituito al pubblico tramite i numerosi libri, articoli storici e mostre sulla storia dei mezzi di trasporto pubblici. È ospite di questo archivio la Rivista ATM (Azienda Tranvie Municipale di Torino) che dal 1926 fu l’organo di comunicazione dell’ATM con i propri dipendenti e allo stesso tempo, funge da strumento per renderli consapevoli delle aspettative nutrite dall’ Azienda Tranvie Municipale di Torino nei confronti dei propri lavoratori. L’Azienda Tranvie Municipale di Torino è nata il 28 novembre 1906, quando con 55 voti a favore e 12 contrari, il Consiglio Comunale di Torino deliberò il riscatto della rete tranviaria della Società Elettricità Alta Italia e la municipalizzazione del servizio tranviario torinese. Dall’ anno successivo e per i successivi 96 anni, l’ATM avrebbe trasportato generazioni di torinesi sopravvivendo a ben due guerre mondiali e al regime fascista prima di convergere, nel 2003, nell'attuale GTT (Gruppo Torinese di Trasporti). Nel 1927 l’Azienda Tranvie Municipale pubblica nella propria rivista un articolo del titolo “Quando l’azienda era… in fascie!..." L’articolo consisteva in una fotografia di 26 anni prima, cioè del 1901. In essa erano ritratti i dipendenti dell’allora Società Elettricità Alta Italia.

PASSIONI CHE VIAGGIANO SU ROTAIE

Come il Vaso di Pandora, gli archivi riescono a riportare in vita quegli episodi del passato che, inghiottiti dalla routine quotidiana, vengono poi risucchiati dal passare del tempo. Sembrano ormai scomparsi del tutto, senza che di loro rimanga nemmeno un ricordo, nessun sopravvissuto, nessuna fotografia, nessun resoconto.

Ed è proprio in questo punto che gli archivi ci richiamano per sorprenderci ancora una volta. All’interno di quell’aggregazione fatta di passioni individuali e collettive, di piccoli mondi in tempi ed epoche diverse, si trovano le tracce dei ricordi perduti.

ATTS (Associazione Torinese Tram Storici), tra le sue molteplici iniziative, conserva e cura un archivio storico, fotografico e documentale. Una raccolta di preziosi documenti e oggetti che forniscono un resoconto dei diversi passaggi della storia tranviaria della città. Tale patrimonio viene restituito al pubblico tramite i numerosi libri, articoli storici e mostre sulla storia dei mezzi di trasporto pubblici.

È ospite di questo archivio la Rivista ATM (Azienda Tranvie Municipale di Torino) che dal 1926 fu l’organo di comunicazione dell’ATM con i propri dipendenti e allo stesso tempo, funge da strumento per renderli consapevoli delle aspettative nutrite dall’ Azienda Tranvie Municipale di Torino nei confronti dei propri lavoratori.

L’Azienda Tranvie Municipale di Torino è nata il 28 novembre 1906, quando con 55 voti a favore e 12 contrari, il Consiglio Comunale di Torino deliberò il riscatto della rete tranviaria della Società Elettricità Alta Italia e la municipalizzazione del servizio tranviario torinese. Dall’ anno successivo e per i successivi 96 anni, l’ATM avrebbe trasportato generazioni di torinesi sopravvivendo a ben due guerre mondiali e al regime fascista prima di convergere, nel 2003, nell'attuale GTT (Gruppo Torinese di Trasporti).

Nel 1927 l’Azienda Tranvie Municipale pubblica nella propria rivista un articolo del titolo “ Quando l’azienda era... in fascie!..." L’articolo consisteva in una fotografia di 26 anni prima, cioè del 1901. In essa eranoèu ritratti i dipendenti dell’allora Società Elettricità Alta Italia.

“Riteniamo di far cosa gradita pubblicando questa fotografia che risale al 1901 e quindi riproduce un gruppo di nostri compagni in servizio 26 anni or sono -si legge nel numero della Rivista ATM del mese di giugno del 1927- Non tutti, purtroppo, sono ancora presenti. A quelli ancora vivi e presenti, l’augurio di poterli ancora così fotografare fra altri...26 anni!”.

La pubblicazione della fotografia destò tale scalpore e curiosità tra i dipendenti che gran parte di loro si misero in contatto con la redazione affinché identificasse i dipendenti presenti nella fotografia. Difatti, erano trascorsi ben 26 anni e le fisionomie erano indubbiamente mutate. Perciò, nel numero successivo, agosto-ottobre del 1927, l’Azienda decise di accontentarli pubblicando nuovamente la fotografia. Questa volta era stato assegnato un numero ad ogni dipendente ritratto nell’immagine. Nella pagina a fianco, vi era l’elenco dei numeri con il nome di ogni impiegato e, per quelli ancora in servizio, le loro funzioni.

Prima di allora, ai tempi di quella foto, nel 1901 erano tutti dipendenti della Società Elettricità Alta Italia, società che ebbe a suo carico l’esercizio della prima linea tranviaria elettrica di Torino.

Il primo tram elettrico, corrispondente alla linea N.1 della società, fece la sua prima corsa per le strade di Torino la mattina del 4 aprile del 1898 in partenza da Piazza Castello e diretto fino all'Esposizione Nazionale di Torino. L’Esposizione Nazionale del ’98 contò con circa 8.000 espositori, 43 congressi e tre milioni e mezzo di visitatori e commemorava il cinquantesimo anniversario dello Statuto Albertino.

Il giorno prima, il 3 aprile una schiera di giornalisti torinesi avevano potuto visitare i locali della centrale elettrica della società e assistere a una dettagliata spiegazione su come l’energia elettrica veniva prodotta e

distribuita lungo la rete tranviaria. Infine furono fatti accomodare in diverse carrozze a trazione elettrica e riaccompagnati al deposito di corso Regina Margherita.

Gli anni passarono, e il tram divenne una consuetudine di quelle che, in modo del tutto naturale, riescono nelle più ambiziose trasformazioni sociali. La Società Elettricità Alta Italia fu riscattata dal Comune di Torino diventando ATM e quest’ultima assorbì, nel 1922 le altre due concessionarie: la Società Generale dei Tramways (la Belga) e la Anonima Torinese di Tramways e Ferrovie Economiche (la Torinese). E con quest’ ultimo passaggio il destino dei trasporti pubblici rimase segnato e gli sguardi, del tutto rivolti al futuro, non ripararono più in quella prima corsa del 4 aprile del 1898.

Finchè un giorno del 1928, a trent'anni di distanza, arrivò alla redazione della rivista ATM un'insolita missiva: redatta da Francesco Borgo, il fattorino che si trovavo in servizio in quella prima corsa a trazione elettrica.

“Domani, 4 aprile, ore 11 antimeridiane, compie il 30mo. anno dacché la prima vettura tranviaria elettrica di cotesta On. Azienda uscì dal Deposito di corso Regina Margherita n. 14 per fare servizio da Piazza Castello all’Esposizione sulla linea N.1. Tutta Torino era ansiosa di vedere le nuove vetture elettriche ed io prestavo servizio quale fattorino su tale vettura”.

Francesco Borgo nutriva ancora dei sentimenti amorevoli verso quella che fu una delle sue prime esperienze di lavoro, e la prima del tram elettrico a Torino: “essendomi venuto in mente tale episodio, dopo 30 anni, mi onoro di significarlo all’On. Signor Direttore e con questo mio scritto, voglio notificare che mi ricordo sempre dei miei antichi superiori che ora Lei rappresenta: mi vanto d’aver appartenuto per 44 mesi alla famiglia tranviaria senza riportare mai né multe né rimproveri come risulta dal mio foglio matricolare.”

Dopo trenta anni, Francesco Borgo ricordava ancora per filo e per segno i nomi dei colleghi: Brida, Calzia, Prono, Bonaudo, Carelli tra tanti altri e non nascondeva il suo rammarico per non essere riuscito a continuare la carriera tranviaria. “Essendomi stato caro il mio inizio di carriera -ricorda- sempre mi ricordo del servizio che dovetti abbandonare per ragioni particolari di famiglia, ma con grande rincrescimento. Spero, Egregio Signor Direttore, che vorrà gradire questa mia misera lettera e perdonarmi la libertà che mi sono preso.”

Naturalmente, il sig. Borgo ricevette una risposta dalla redazione della rivista ATM accompagnata dalla richiesta di fare pervenire la sua fotografia per essere pubblicata. Francesco ne inviò ben due: una che lo trattava nel 1928 e l’altra della sua gioventù.

L’articolo fu pubblicato nel mese di maggio del 1928 e il piccolo mondo di un giovane fattorino, in piedi sul predellino di quel primo tram elettrico la mattina del 4 aprile del 1898 sarebbe per sempre diventato l’appassionante mondo di tutti.

Marcela F. Luque

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