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I viaggi di Salvatore Ferragamo: spazio, tempo e percorsi conoscitivi

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venerdì 09 giugno ore 19:00

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Seguiamo Salvatore Ferragamo nel suo itinerario alla ricerca della scarpa perfetta. Mosso da un’inesauribile voglia di conoscenza e da una forte determinazione, nel 1915 è salpato verso gli Stati Uniti per inseguire un sogno e non si è più fermato. Un viaggio nello spazio e nel tempo che lo ha portato dall’Irpinia a Hollywood e poi a Firenze, dove ha fondato l’azienda di moda che conosciamo oggi.

I viaggi di Salvatore Ferragamo: spazio, tempo e percorsi conoscitivi.

Italia, Stati Uniti, Europa, mondo

 

 

Prima tappa: da Bonito a Napoli, da Napoli a Bonito

 

Salvatore Ferragamo nasce nel 1898 a Bonito, un paese di poche anime nella provincia di Avellino, da una famiglia di piccoli agricoltori e sin da piccolo dimostra il suo desiderio di fare il calzolaio. Dopo un apprendistato presso la bottega di Luigi Festa, decide di spostarsi a Napoli per imparare a prendere le misure del piede e migliorare la tecnica che aveva appreso in precedenza. Quando arriva nella città partenopea ha undici anni e  pochi centesimi in tasca. Nonostante i molti sacrifici da affrontare, decide di rimanere: la città che il giovane vive, in questi primi anni del Novecento, possiede ancora il fascino irresistibile dell’antica capitale. Salvatore riesce ad approdare in uno dei migliori negozi della città dove si adopera per imparare finalmente a fare scarpe ben fatte. Il suo spostamento dall’Irpinia a Napoli sarà solamente la prima tappa di quello che si sarebbe rivelato un viaggio alla ricerca della calzatura perfetta.

Nel 1912, una volta rientrato nel suo paese d’origine, apre il suo primo negozio (fig. 1). L’attività, con sei artigiani tutti più vecchi di lui, è il suo terreno di prova come calzolaio autonomo, prima di attraversare l’Oceano per raggiungere i fratelli più grandi che già da tempo vivevano negli Stati Uniti.

 

 

Seconda tappa: da Bonito agli Stati Uniti, la ricerca della scarpa perfetta

 

Il 24 marzo 1915 Salvatore è nella lista dei passeggeri del piroscafo Stampalia, che segue la rotta Napoli-New York (fig. 2). La traversata dell’Atlantico, che lo condurrà a toccare il suolo del nuovo mondo ed iniziare la sua esperienza negli Stati Uniti, dura 14 giorni. Lo anima la voglia di migliorarsi ed è incuriosito dai racconti del fratello Alfonso riguardo alle fabbriche di calzature che si trovano in America. Il 7 aprile sbarca ad Ellis Island e riesce a superare i controlli dei funzionari doganali. Salvatore ce l’ha fatta, è in America e si sente come a casa.

 

 

Terza tappa: East or West Coast? Da Boston a Santa Barbara

 

Lavora per quindici giorni nella fabbrica di scarpe Plant Shoe Factory a Boston ma non è soddisfatto. Le scarpe fatte a macchina non hanno la stessa qualità di quelle che lui e la maggior parte degli artigiani italiani sono in grado di fare a mano.  Non è questo il motivo per cui ha lasciato il Bel Paese: il suo obiettivo è migliorare la sua tecnica per creare una scarpa di qualità superiore, che sia comoda senza nulla togliere allo stile e alla creatività. Questo intento lo spinge a riempire nuovamente la valigia e partire per Santa Barbara. Salvatore si ritrova in viaggio sul treno transcontinentale diretto

verso est, in procinto di attraversare un paese che, ai suoi occhi, è tutto da scoprire: il deserto dell’Arizona, le Montagne Rocciose e gli operai messicani intenti a lavorare sulla ferrovia… Giunto a Santa Barbara, è colpito dalla bellezza del paesaggio che gli ricorda l’Italia, e dalla città, già allora meta turistica, dove da poco sono nati i primi studi cinematografici. Qui, insieme ai fratelli Alfonso, Girolamo e Secondino, apre il primo negozio su suolo americano in Mission Canyon, che poco dopo sposterà in una vecchia costruzione di State Street. Ad introdurlo nel mondo del cinema è il fratello Alfonso, impiegato a stirare gli abiti per l’American Film Manufacturing Company e il cugino Jerry, caratterista nel serial The Diamond from the Sky (1915) per il quale fornirà le prime scarpe. Intanto le attrici del tempo  frequentano il negozio e Salvatore inventa per loro modelli e stili che fanno tendenza. È il 1916 quando comincia a seguire, come uditore, le classi serali del corso di anatomia della Extension Division della University of Southern California a Los Angeles per cui percorre quasi 200 miglia al giorno. Alla fine del corso arriva alla risoluzione della calzata perfetta. Scopre che il peso del corpo poggia sull’arco plantare: nella calzoleria tradizionale le scarpe erano realizzate dando supporto alla nocca e al tallone, non risolvendo il problema della comodità (fig. 3).

Questa scoperta renderà le calzature di Ferragamo insostituibili per tutte le sue clienti, quelle dive che ben presto diventeranno “le stelle di Hollywood”.

 

 

Quarta tappa: da Santa Barbara a Hollywood, il “calzolaio delle stelle”

 

Gli studi cinematografici lasciano Santa Barbara e si spostano più a sud in California, per la precisione ad Hollywood, dove intorno al 1922 iniziano a organizzarsi con un sistema di integrazione in cui gli aspetti di realizzazione e distribuzione dei film sono interconnessi.

Così, nel 1923, Salvatore, con grande forza d’animo e contro l’opinione dei fratelli maggiori, decide di lasciare Santa Barbara e di rilevare un’attività nel prestigioso quartiere di Los Angeles. Dall’aprile di quell’anno circola sulla stampa locale la notizia che John Bohannon ha ceduto a Salvatore Ferragamo la licenza del negozio Hollywood Boot Shop, uno dei più vecchi ed eleganti esercizi della città situato in Hollywood Boulevard. Due anni dopo il locale è restaurato e arredato in pieno stile rinascimentale: l’immagine che Ferragamo vuole suggerire è quella dell’Italia che gli americani amano, l’Italia del Rinascimento, dell’arte e della cultura. Più che un negozio è un salotto dall’atmosfera calda e intima. È il 19 febbraio del 1925 e una grande inaugurazione sugella il momento. L’istantanea che ricorda questo momento evidenzia la presenza di molti invitati e di numerosi omaggi floreali che attestano la stima e il prestigio dei quali il venticinquenne calzolaio godeva (fig. 4).

Tra Douglas Fairbanks e Mae Marsh, Cecil B. DeMille e Gloria Swanson, Rodolfo Valentino e Mary Pickford, l’Hollywood Boot Shop e la carriera di Salvatore viaggiano di pari passo all’ascesa di attori e registi, orgoglio dell’industria cinematografica statunitense. Molte star hanno la stessa età di Salvatore o sono più giovani (fig. 5). Ferragamo non è solo colui che crea scarpe bellissime. È un amico.

Il 12 agosto del 1926 firma il suo nuovo passaporto statunitense, rilasciato dopo aver ricevuto la cittadinanza americana qualche mese prima. Tuttavia, il “calzolaio delle stelle” - come è identificato dalla stampa locale - corteggiato da radio e giornalisti internazionali, lascerà Hollywood nel 1927. Non vuole fermarsi a produrre calzature su misura per un ristretto numero di clienti, ma allargare la produzione mantenendo qualità e stile. Prende accordi con i buyer dei grandi Department stores americani per poter distribuire presso i loro punti vendita – oltre che nel suo negozio di Hollywood – le creazioni della sua nuova società, la Ferra-Gamo Inc., fondata poco prima, nel 1926, che produrrà, questa volta, in Italia.

 

 

Quinta tappa: da Hollywood a Firenze, artigianato e produzione Made in Italy

 

Il 1927 è un nuovo anno di tratte e traversate oceaniche. Salvatore, ripreso sul piroscafo Roma (fig. 6) da una preziosissima cinepresa, è un giovane uomo di quasi trent’anni, con il volto soddisfatto di chi siede al tavolo delle star ma con lo sguardo determinato di chi è pronto ad affrontare una nuova sfida. A Napoli, vecchio porto sicuro, tenta la fortuna ma le ostilità dei maestri artigiani locali, i quali non vedono di buon grado le sue proposte innovative, lo lasciano profondamente deluso.

Da qualche anno Firenze è diventata il cuore pulsante di una politica di rilancio dell’artigianato, promossa, insieme al turismo, dal governo fascista su scala nazionale. Contro ogni pronostico, i giovani artigiani del luogo sono estremamente propositivi, pronti ad imparare e ad accogliere a braccia aperte le soluzioni produttive di Ferragamo che si sarebbero rivelate rivoluzionarie. In via Mannelli 57, Salvatore stabilisce il primo laboratorio fiorentino che resterà operativo fino al 1933, quando in seguito alla caduta di Wall Street, l’attività guidata da Salvatore Ferragamo fallisce, rivoltandosi contro di lui il fortissimo legame con gli Stati Uniti che ne aveva garantito il precedente successo.

Nel 1936 è Palazzo Spini Feroni (fig. 7), del quale prende in affitto alcune stanze, la nuova sede della sua impresa. Nonostante le difficoltà Ferragamo non perde  né lucidità né la sua ambizione, mosso dalla certezza della qualità del proprio lavoro artigianale e del potenziale futuro. Dal 1938 Salvatore inizia a sostenere le rate per l’acquisto di Palazzo Spini Feroni che diviene a tutti gli effetti il fulcro delle attività, anche amministrative e commerciali, oltre che la sede di rappresentanza dell’azienda Ferragamo. In questo luogo pieno di storia, fondato nel 1289 e arricchito dagli affreschi di Bernardino Poccetti, Lorenzo Merlini, Ranieri del Pace e Pier Dandini, fiorirà un modello di impresa innovativo, basato sulla cultura della cura e della dedizione al lavoro, un locus amoenus, punto di incontro tra la raffinatezza manifatturiera e la lungimiranza imprenditoriale, nel cuore di Firenze.

 

 

Sesta tappa: in giro per l’Europa, punti vendita ed espansione del marchio

 

La fine degli anni trenta rappresenta un momento di forte crescita nel viaggio professionale di Ferragamo. Nel 1938 Salvatore apre un punto vendita in via Condotti 65 a Roma, l’anno successivo a Milano in via Montenapoleone 23. In una pubblicità italiana del 1949 l’elenco dei negozi in Italia comprende – oltre Firenze, Roma e Milano – Torino, Sanremo, Genova, Viareggio, Pisa, Napoli e Palermo. Non meno importante è in quegli stessi anni la distribuzione delle calzature all’estero. Dal 1929 Salvatore Ferragamo vende i suoi prodotti a Berlino, in Kurfürstendamm 194; nel 1938 apre un negozio a Londra, in Old Bond Street 24; mentre continua il legame con i Department stores delle principali città statunitensi, come Saks Fifth Avenue.

Salvatore è in rotta verso l’apice del suo successo e, al concludersi del secondo conflitto mondiale, espande oltre che le collaborazioni a fini commerciali anche quelle in grado di costruire culturalmente il suo nome.

Nell’agosto del 1947, con la moglie Wanda s’imbarca sulla nave Queen Elizabeth diretta negli Stati Uniti. Qualche giorno dopo, l’8 settembre, riceve a Dallas il prestigioso Neiman Marcus Award, conosciuto come l’Oscar della Moda, che premia il suo lavoro di creatore di calzature con la motivazione di aver saputo combinare il classicismo italiano e la tradizione artigiana con inventiva moderna. Fino ad allora il riconoscimento, istituito nel 1938, era stato conferito solo a designer americani. Insieme a Salvatore, è premiato Christian Dior e i due, dopo la cerimonia, mettono insieme una sfilata da sogno, in cui le calzature di Ferragamo sono abbinate agli abiti del New Look di Dior (fig. 8). Nel novembre 1950 si apre al Brooklyn Museum di New York la mostra “Italy at work. Her Renaissance in Design Today” che intende favorire la ripresa del design italiano dopo la guerra. Il calzolaio prodigioso partecipa con 13 modelli di scarpe, che viaggeranno seguendo le dodici tappe attraverso gli Stati Uniti che l’esibizione prevede. Poco dopo, Salvatore prende parte ancor più attivamente alla nascita del sistema moda italiano. È il 12 febbraio 1951 e i suoi modelli sfilano nel salone da ballo di Villa Torrigiani a Firenze, la residenza di Giovanni Battista Giorgini, promotore dell’iniziativa rivolta alla stampa internazionale e ai compratori di I. Magnin di San Francisco, Bergdorf Goodman e Saks di New York, Henry Morgan di Montreal (fig. 9). L’anno successivo la sfilata si sposterà nella Sala Bianca di Palazzo Pitti dando avvio all’affermazione internazionale della moda italiana. Oltre a Ferragamo, partecipano le Sorelle Fontana, Emilio Pucci e altre sartorie e case di moda.

 

 

Settima tappa: il viaggio in Australia e Giappone

 

Nel settembre 1958, poco dopo aver scritto e pubblicato la sua autobiografia Shomaker of Dreams, uscita nel 1957 con l’editore George G. Harrap & Co. di Londra, Salvatore compie un viaggio in Australia in cui presenterà il volume in una serie di interviste radiofoniche. Durante la sua permanenza nell’emisfero australe si reca in Giappone, realizzando un sogno che alimentava sin dal periodo hollywoodiano. Un viaggio conoscitivo e, allo stesso tempo, un viaggio che porrà le basi per lo sviluppo di legami imprenditoriali fondamentali per il futuro dell’azienda (fig. 10).

Salvatore Ferragamo guardava al futuro con ottimismo, ma le sue condizioni di salute sono compromesse   e nell’agosto del 1960 si spegne.

La sua curiosità, la sua creatività e la sua voglia di migliorarsi lo spinsero a percorrere oltre 40.000 chilometri per terra e per mare fino a diventare un pioniere del Made in Italy e delle ricerche sulla calzatura perfetta, viaggiando con un carnet ricco di storie, aneddoti e successi di cui oggi l’Archivio Ferragamo è custode. La sua eredità è stata accolta e portata avanti dalla moglie Wanda Miletti e dai figli, che dopo di lui, hanno saputo prendere in mano l’azienda e guidarla nel percorso già immaginato da Salvatore, un viaggio ricco di nuove avventure e sfide che hanno portato la Salvatore Ferragamo S.p.A. a essere un’eccellenza italiana nella Fashion Industry.

 

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