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la notte degli archivi

Conzano presenta i taccuini di viaggio del conte Carlo Vidua per la Notte degli Archivi 2023 Apertura speciale di Villa Vidua di Conzano per la Notte degli Archivi della rassegna Archivissima 2023

QUANDO

venerdì 09 giugno ore 20:00

TIPOLOGIA

Apertura speciale

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PRESSO

Villa Vidua | Via Don F. Oddone, 5, 15030 Conzano AL

Il Sindaco di Conzano Emanuele Demaria ha invitato lo storico Roberto Coaloa a illustrare i Carnets de voyage del viaggiatore per eccellenza, il conte Carlo Vidua (1785-1830). In occasione del 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, Coaloa si soffermerà anche sulle “corrispondenze” tra Vidua e il Grande Lombardo, nati entrambi nel 1785. Vidua annotò, ammirato, le opere di Manzoni, come Adelchi. Manzoni venerò il grande viaggiatore, e condivise questa passione con gli amici piemontesi, in particolare con Roberto d’Azeglio. 

Nella notte del 9 giugno, a Villa Vidua, sarà offerto un buffet con i vini del Monferrato, Sauvignon e Grignolino, del giovane produttore Flavio Rossetto, selezionato da Coaloa perché "è un vero appassionato delle tradizioni monferrine". Un amore che ha portato Rossetto ad ampliare la porzione di terra ereditata dal nonno, creando una vera e propria azienda agricola di successo. Passione molto evidente nella progettazione delle etichette dei suoi vini, che presentano le opere d'arte di una pittrice incontrata nel suo percorso professionale, Elena Caterina Doria. Le etichette catturano l'essenza della terra e dei vigneti, creando un'esperienza unica per gli amanti del vino.

Approfondimento: L’allestimento multimediale “Racconti di viaggio di Carlo Vidua conte di Conzano, viaggiatore e collezionista". Lo storico Roberto Coaloa, biografo di Carlo Vidua, è impegnato dal 1986 alla valorizzazione di Villa Vidua. L’8 ottobre 2022, finalmente, è stata inaugurata nello storico edificio di Conzano una mostra permanente, il nuovo allestimento multimediale e inclusivo dal titolo «Racconti di viaggio di Carlo Vidua conte di Conzano, viaggiatore e collezionista», di cui Coaloa è curatore scientifico, affiancato da un’equipe di professionisti dell’Accademia delle Scienze di Torino. La mostra occupa il piano terra della dimora storica.

I visitatori, grazie a postazioni multimediali, possono ammirare e studiare migliaia di taccuini inediti di Carlo Vidua, conservati all’Accademia delle Scienze di Torino e all’Archivio Comunale di Casale Monferrato. Un grande lavoro di gruppo è stato compiuto per rendere visibile questo inestimabile tesoro, una volta accessibile ai soli storici di professione. La digitalizzazione dei documenti è stata resa possibile con il sostegno finanziario della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Protagonista della mostra curata scientificamente da Coaloa è, ovviamente, Carlo Vidua, che, dopo il lungo viaggio iniziato nel 1818 nell’Europa del Nord, proseguito in Egitto e nel Vicino Oriente fino alla Grecia, alla vigilia della rivoluzione nella primavera 1821, rientra in Europa, ma è costretto a una lunga quarantena. Un confinamento prima in mare, sul bastimento Enfant Cheri, e poi nel lazzaretto di Marsiglia. Infine, il viaggiatore trascorrerà un periodo di tempo in Piemonte, l’ultimo, tra la primavera del 1822 e la fine del 1823, prima di ripartire per i grandi viaggi in America e poi in Estremo Oriente. Sempre in viaggio, esule volontario dal Regno di Sardegna, il viaggiatore trascorse anche un breve periodo a Conzano (tra la fine di maggio e l’agosto 1822), dove rivede con gioia i suoi paesani, che aveva conosciuto durante l’infanzia e l’adolescenza.

«Hagì Carlo», reduce dal viaggio e dalla quarantena nel lazzaretto di Marsiglia, avrebbe voluto mantenere i baffi alla turca. Nel Piemonte reazionario, però, dopo i falliti moti del 1821, il nuovo Re Carlo Felice se la prende anche con i baffi. 

Il 23 marzo 1822, da Nizza, allora la costa azzurra era territorio del Regno di Sardegna, Carlo Vidua scrive scoraggiato alla sorella, la Contessa Luisa Incisa di Santo Stefano: «Vedrai i miei vestiari Turchi che hanno piaciuto a chi li ha veduti qui. Avevo conservato i baffi perché fanno parte per dir così del costume Turco, e la mia idea era poi di tagliarmi due o tre giorni dopo, che fossi arrivato a Torino, e che mi aveste veduto vestito da Turco. Ma appena qui giunto mi dissero che v’era una legge apposta contro i baffi, e che passando per le contrade si potrebbe essere insultato da’ carabinieri, onde li ho dovuti tagliare subito. – In Turchia ed in Francia gli avevo portati liberamente per due anni». 

Arrivato in Monferrato, dopo aver trascorso quasi un mese a Torino per seguire personalmente lo svolgersi dell’Affaire Drovetti (la nascita del Museo Egizio di Torino, di cui Vidua è protagonista), il viaggiatore invia da San Maurizio di Conzano, il 28 maggio 1822, una spiritosissima lettera alla Marchesa Romagnano, damigella torinese e sua intima amica: «La campagna qui è deliziosa oltre modo. Ho riveduto con grandissima soddisfazione questi bei poggi, che mi rammentano gli anni della mia adolescenza. Ieri ebbi un momento che veramente mi fece piacere; andai a Conzano (distante di qua due miglia), e vi ricevei le più calde dimostrazioni di affetto da que’ buoni abitanti, che sono veramente affezionati a me ed alla mia famiglia. Mi facevano delle congratulazioni con tanta semplicità, chi mi baciava la mano, chi mi abbracciava, chi piangeva, e un vecchio dopo avermi fatto tante belle espressioni, finì per dire, che se Nostro Signore voleva prenderlo, ora moriva contento dopo avermi veduto ritornare salvo. Era appunto il nunc dimittis. – In chiesa poi a vespro ed a benedizione, nessuna donna pregò, stavano tutte a mirare il Turco, come se fosse un morto risuscitato. Credo s’erano messo in testa, che non mi sarei più salvato da que’ paesi barbari e lontani, onde mi guardavano appunto come un morto risuscitato, come Lazzaro».

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