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Il Fondo Alberto Verso presso la Biblioteca Luigi Chiarini - Centro Sperimentale di Cinematografia

La Biblioteca Luigi Chiarini del Centro Sperimentale di Cinematografia presenta il fondo di Alberto Verso, costumista e scenografo affermato in ambiente teatrale, cinematografico e televisivo, sia in Italia, sia all’estero. L’archivio si compone di oltre 1800 tra figurini di moda e bozzetti di scena, a partire dai primi studi eseguiti nel 1960 fino alla sua prematura scomparsa nel 2007, messi in relazione con il film o l’opera teatrale di riferimento e di 31 album fotografici. Il video è sintesi della documentazione conservata nell’archivio del costumista e scenografo, fonte di ispirazione per i giovani che vogliono intraprendere queste professioni e per gli appassionati delle arti del cinema e dello spettacolo. Nei figurini di moda, gli abiti sono concreti, aderenti al vero, taluni quasi tridimensionali grazie al sapiente uso del gioco chiaroscurale, in cui lo scambio di luci e ombre modella panneggi che idealmente trovano forma in morbidi tessuti. I bozzetti di scenografia invece evidenziano, oltre lo studio e la cura per il dettaglio, la ricerca della luce ottimale e la perfetta resa prospettica, tali da rendere il progetto così tangibile e verosimile da condurre già emotivamente lo spettatore all’interno dell’opera e del contesto immaginato. Sfogliando le pagine dei pregevoli album, si ritrovano: annotazioni e appunti manoscritti, inviti agli spettacoli, cartoline, telegrammi, fotografie personali, di famiglia, di viaggio, dei bozzetti, di scena, di set, locandine, manifesti, programmi teatrali, recensioni, biglietti di varia tipologia, mappe, guide turistiche che assumono valore di memoria storica degli anni Novanta e di reportage delle sue esperienze, dei luoghi visitati, dei suoi lavori, delle sue collaborazione, dei personaggi conosciuti e dei rapporti di amicizia instaurati. Verso, con il suo archivio privato, ci ha trasmesso non solo la sua creatività, ma anche il sapore di un’epoca, attraverso le fotografie dei protagonisti che ne fanno parte, immortalati dagli scatti durante le pause di lavorazione, le prove abiti e accessori, custodite negli album e integrate dai documenti che le descrivono. Alberto Verso debuttò nel 1965 nelle messe in scena della Compagnia del teatro italiano Peppino De Filippo, dapprima come assistente di Franco Laurenti ne Le metamorfosi di un suonatore ambulante, per poi disegnare le scenografie e i costumi per l’opera La Mandragola. Collaborò come assistente ai costumi e alle scene di Maurizio Monteverde ne La Traviata (1967) di Mario Lanfranchi e proseguì con altri grandi costumisti e scenografi come: Maria De Matteis (Waterloo, 1970, regia di S.F. Bondarčuk), Eugenio Guglielminetti (Orfeo in Paradiso, 1971, regia di Leandro Castellani), Ezio Frigerio (Wozzeck, 1979, messa in scena di Liliana Cavani) e grazie a Piero Tosi partecipò a importanti produzioni determinanti per la sua affermazione (Il portiere di notte, 1974, Al di là del bene e del male, 1977, La pelle, 1981 e Oltre la porta, 1982 di Liliana Cavani, L’innocente, 1976, di Luchino Visconti, Per le antiche scale, 1975 e La storia vera della signora delle camelie, 1981 di Mauro Bolognini e Il malato immaginario, 1979 di Tonino Cervi). A teatro sono numerosi i lavori con il regista Walter Pagliaro, mentre in televisione si ricordano gli sceneggiati La pietra di luna (1972) e I due prigionieri (1985) di Anton Giulio Majano, Il segreto del Sahara (1988) e I guardiani del cielo (1999) di Alberto Negrin, La romana (1988) di Giuseppe Patroni Griffi, Il grande Fausto (1995) e Il furto del tesoro (2000) di Alberto Sironi. Per il cinema ha firmato i costumi di Interno berlinese (1985) e Il gioco di Ripley (2003) di Liliana Cavani, (per l’attrice Chiara Caselli), Rebus (2003) di Massimo Guglielmi, Mio caro dottor Gräsler (1990) di Roberto Faenza (in collaborazione con la costumista Milena Canonero), L’avaro (1990) di Tonino Cervi, La tregua (1997) di Francesco Rosi, Vipera (2001) di Sergio Citti.
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