la notte degli archivi
Il futuro della memoria. Progetti e visioni per il Museo Archeologico di Firenze nelle carte dell’Archivio storico
QUANDO
venerdì 06 giugno ore 18:30
TIPOLOGIA
Visita guidata
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PRESSO
Via della Pergola 65, Firenze, Ingresso Uffici del Museo Archeologico Nazionale
ARCHIVI COLLEGATI
Archivio Fotografico del Museo Archeologico Nazionale di Firenze
via della Pergola 65
Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze fu allestito nel Palazzo della Crocetta nel 1881 a partire dalle collezioni formatesi sotto le dinastie dei Medici e dei Lorena e da vari nuclei di reperti provenienti dalle pionieristiche scoperte ottocentesche in Etruria. A questo primo nucleo, il direttore Luigi Adriano Milani affiancò la propria creazione, il Museo Topografico, a illustrazione della cultura etrusca declinata nelle sue diversità territoriali, che aprì i battenti nel 1897.
Già negli anni Venti del Novecento il museo si presentava tuttavia come un luogo affollato, stratificato, in cui le esigenze di rinnovamento degli spazi si facevano sentire con sempre maggiore urgenza, in un clima culturale attento alle scoperte contemporanee nelle terre d’Etruria e alla riflessione sull’importanza di questo popolo nella formazione dell’identità nazionale.
A dare forma concreta a questa visione fu il soprintendente Antonio Minto che, con una visione moderna e ambiziosa, promosse un grande progetto di ampliamento e riallestimento, che avrebbe rinnovato profondamente il volto del museo.
Oggi, sono proprio i documenti d’archivio a permetterci di ricostruire quel momento cruciale: fotografie, planimetrie, corrispondenze e appunti ci raccontano non solo il “cosa”, ma anche il “come” e il “perché” di un progetto che voleva dare all’antico un futuro nuovo. In controluce, tra le pieghe della carta, riaffiora la visione di un museo che guarda avanti, radicato nella sua storia.
Oggi, quasi un secolo dopo quella grande stagione di trasformazione, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze si prepara a vivere un nuovo cambiamento. È in corso una nuova fase di progettazione e riallestimento, che, come allora, nasce dall’ascolto del passato e guarda con ambizione al futuro.
Ricostruire le scelte, le idee e le visioni degli anni Trenta attraverso gli archivi non è solo un esercizio di memoria: è un atto di consapevolezza. Perché ogni nuovo allestimento è anche un dialogo con chi ci ha preceduti, un modo per costruire — ancora una volta — il futuro dell’antico.